Si, è un titolo strano, ma per sentirsi in famiglia, a Podere Marcampo bastano i primi cinque minuti.
Siamo a un passo da Volterra, in un territorio che fino ad oggi non avevo avuto modo di conoscere. Un territorio particolare, fatto di lunghi panorami, di calanchi e di tramonti mozzafiato. Nel mezzo di tutto questo ben di Dio c’è Podere Marcampo, o meglio il risultato di una scommessa, o forse un sogno, di Genuino Del Duca.
Lui, Genuino, ha un rapporto intimo con la sua terra. E’ difficile distoglierlo dal trattore così come portarlo fuori dalle sue vigne. Si libera all’ultimo, “quando proprio deve”, ed è solo in quel momento che, parlando con Genuino, riesci a capire di quanto sia profondo l’amore per il suo lavoro e di quanto, allo stesso tempo sia stato capace di trasferire questo amore a tutta la famiglia.
Una storia che parte da lontano. Prima carabiniere poi, una volta congedato, inizia un suo percorso che parte dalla ristorazione prima, per approdare poi al definitivo innamoramento per tutto ciò che è buon cibo e buon vino. Il vino, che mancava ancora all’appello, sale alla ribalta nel 2003, con l’acquisto di un casale del settecento totalmente da ristrutturare.
Oggi quel casale è Podere Marcampo. Nel cuore del Parco Naturale delle Balze e dei Calanchi, in uno scenario che infonde relax, ma anche un grande desiderio di parlare di vino. Per quanto la produzione vitivinicola di Volterra risalga all’epoca Etrusca, le origini “marine” di questo territorio, ricco di minerali, fossili e argilla si annunciavano come difficili per iniziare una produzione, ma con l’aiuto dell’agronomo Stefano Bartolomei, e con la scelta di iniziare dal Merlot, Podere Marcampo ha potuto iniziare l’attività tanto desiderata.
Oggi Podere Marcampo produce cinque vini IGT di alta qualità: Terrablu, Genuino, Marcampo, Severus e Giusto alle Balze, oltre ad alcune grappe ottenute da una selezione di vinacce di Sangiovese e Merlot. I vitigni presenti in azienda sono il Vermentino, il Sangiovese, il Merlot, il Pugnitello e il Ciliegiolo.
E’ con il loro Vermentino Terrablu 2019 e 2020, con le sue note agrumate, la sua bella acidità e il suo carattere che ci viene dato il benvenuto, ma è con una mini verticale del loro Sangiovese in purezza il Severus IGT Toscana che chiudiamo la giornata. Tre annate, 2012, 2015 e 2016 per un Sangiovese fresco e minerale, garbato nei tannini e di buona persistenza.
Il secondo giorno, ovviamente dopo aver rifocillato gli occhi aprendo una delle finestre del loro agriturismo, lo iniziamo dalla visita alla nuova cantina di Podere Marcampo. Una cantina totalmente rinnovata e pensata dall’architetto Marco Giampellegrini come connubio perfetto tra materiali e territorio.
Ma è una volta “risaliti in superficie” che ci attendeva una verticale di “Giusto alle Balze”, il vino dell’inizio, il simbolo della scommessa, dell’evoluzione e del presente di Podere Marcampo. Confesso che è difficile mantenere la concentrazione in questa sala degustazioni. Ad ognuno dei punti cardinali corrisponde una immensa vetrata e un panorama che non lascia scampo. Però va bene, chino la testa e mi dedico al vino…
2006
Il primo “nato” della serie “Giusto alle Balze”. Una scommessa iniziale che regge ancora molto bene il tempo. Solo acciaio per questo primo anno, classificato come vino da tavola. Un giovanotto.
2007
E’ dal 2007 che inizia l’uso del legno, che in questa annata inizia a manifestarsi con una leggera speziatura. Frutta nera, buon equilibrio e un tannino non invasivo che ne assicura una piacevole vivacità in bocca.
2008
Aumenta la complessità, con note di caffè e liquirizia. Un vino decisamente “suadente” accompagnato da una bella acidità. Interessante filo conduttore con la 2007.
2010
La 2010 è caratterizzata da un frutto più maturo, quasi prugna. Grande equilibrio fatto di un bel frutto, di persistenza all’ingresso in bocca e da un tannino elegante.
2011
Si presenta un po’chiuso, poi si apre mettendo in evidenza una bella speziatura e un chiodo di garofano che spicca su tutto. Beva piacevolissima e un tannino garbato. Tende a cedere un po’nel finale, ma il giudizio resta comunque positivo.
2012
Un vino vivace ed immediato che si presenta con una chiara e piacevole nota balsamica. Succoso e con una beva di quelle che potrebbe mettere d’accordo tutti gli invitati a tavola 😊
2013
Cambiano i legni e si sente. Balsamico, piacevole, di bella personalità. Buona acidità e tannino di carattere. Finale non lunghissimo.
2014
Personalmente sento una nota di geranio troppo dominante e un tannino non proprio elegante. Probabilmente un vino un po’penalizzato da una annata non delle migliori
2015
Un vino ampio nel quale tornano alcune note erbacee e ancora un sentore di geranio, però meno invasivo rispetto alla 2014. Tannino delicato, bella acidità e persistenza.
2016
Questa annata si presenta con note erbacee e una speziatura leggera ed elegante. Bella complessità, con un ingresso in bocca pulito ed invitante. Tannino raffinato e bella persistenza.
2017
Il più giovane della verticale ma capace di annunciarsi per eleganza ed equilibrio. Giovani anche i tannini e un po’corto, ma il “ragazzo si farà” 😊
Ovviamente una verticale 2006-2017 innesca riflessioni e confronti a non finire, sia con Claudia Del Duca, che con Genuino, con l’enologo Enrico Bortolini e con Claudia Marinelli (artefice di questo bel press tour). Ma il cibo ci aspetta. La nostra “sveglia da pasto” è suonata e la famiglia Del Duca ci ospita nella sua “Enoteca Del Duca” al centro di Volterra.
Un arrivederci così è di quelli che ti lascia con un filo di nostalgia. Dovevo tornare a Roma presto, ma confesso che in questo posto ci sarei rimasto molto più a lungo.
Cibo stellare, ambiente molto carino e gentilezza sono quelle componenti che mi spingeranno a tornare 🙂