Accoglienza alsaziana

In Alsazia il vino è protagonista. Ma lo è sul serio.
Quello che noto, in modo evidente, è il diverso stile di fare marketing.

Tutto ha un marchio. L’immagine è curata. Le indicazioni sono chiare. Le location sono strepitose.
Ma, soprattutto, l’accoglienza è veramente al Top. Puoi entrare in una cantina lungo la strada, chiedere per una degustazione, ed essere immediatamente accolto dal proprietario (o presunto tale) il quale, per quanto in maglione sdrucito e stivaloni da vigna, ti fa entrare in un locale curato come il Louvre. Un locale nel quale nulla è lasciato al caso. Le luci, la disposizione delle bottiglie, le brochures, gli stuzzichini.

Nel momento in cui ti accoglie, ti accorgi che lui, in quel momento è a tua disposizione e che non ci sono problemi di tempo. Sono talmente “oltre” che la stragrande maggioranza delle degustazioni sono state free: per loro, farti bere il loro vino è marketing. Per non parlare di ciò che da noi sarebbe chiamato “Cantina Sociale”. Anche qui location, accoglienza, libri, esposizione perfetta.

Ah, dimenticavo, il vino.
Non ricordo se ve l’ho già detto ma a me il Gewurtztraminer è venuto un po a noia, per cui abbiamo provato Riesling di tutti i tipi, Grand Cru inclusi.
“Belli”, persistenti, intensi, drammaticamente lunghi. Indubbiamente dopo un po “tendenzialmente” uguali.

Però, che bella esperienza. E’ la mia terza volta in Alsazia, ma le prime due ci sono venuto ignorando il vino.
Vigneti a perdita d’occhio e grande cultura enologica.
Da non perdere.

 

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Maurizio Gabriele

Maurizio Gabriele

Fondamentalmente un curioso. Programmatore e sistemista pentito, decide di virare in modo netto verso il mondo della comunicazione, caratterizzato da progetti decisamente più stimolanti. Attratto dalla cucina sia come forma di espressione che di nutrimento e, inevitabilmente, dal vino. Sommelier dal 2018. In giurie internazionali dal 2020. Writer per passione. Entusiasta per scelta di vita.

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