Ci voleva. Non un ristorante, non un albergo, ma una galleria d’arte.
O meglio un “concept place” – confesso, non saprei come definirlo per quanto mi è piaciuto… – come il Contemporary Cluster a Palazzo Brancaccio, per far capire a noi wine-addicted cosa è successo in casa Mandrarossa durante la pandemia.
Da dove partire se non dall’approccio visual che la location impone….
Nuove etichette, un rebranding orientato all’essenziale e un approccio visual che accoglie gli invitati con grandi pannelli distribuiti nella sala principale. Bottiglie di vino sparse nella libreria del Contemporary Cluster, con Nero d’Avola e Grillo posizionate per integrarsi tra scaffali colmi di riviste di design.
E poi un nuovo video aziendale, componente che in azienda ha goduto da sempre di massima attenzione, questa volta incentrato sulla famiglia piuttosto che sui territori.
“La Sicilia che non ti aspetti” è il payoff che domina questo pomeriggio romano. Ma io oramai da Mandrarossa, dopo aver visto cosa accade durante i loro Wineyard Tour, mi aspetto questo e altro. Indubbiamente l’accostamento all’arte è stata una cosa che non mi aspettavo.
A dir la verità non mi aspettavo neanche che venisse presentato il nuovo Larcéra Terre Siciliane IGT 2021, un Vermentino bio, nel corso di una Masterclass nella quale ho avuto modo di provare sia dei bianchi (Fiano Terre Siciliane IGT 2021, Grillo Sicilia DOC 2021, Bertolino Soprano Bianco Sicilia DOC 2018, Santannella Terre Siciliane IGT 2021), tutti caratterizzati da una spiccata sapidità e da altrettanta freschezza, che due espressioni di Nero D’Avola (Nero d’Avola Sicilia DOC 2021, Terre del Sommacco rosso Sicilia DOC 2017) decisamente diverse tra loro ma entrambe caratterizzate da un tannino poco pronunciato e una bella facilità di beva.
Un pomeriggio diverso, con le tradizioni siciliane nel cuore, ma con uno spiccato istinto innovativo che questa volta ha trovato espressione, oltre che nel vino, anche nell’arte e, come sempre, in quella capacità di tenere in equilibrio comunicazione, formalismo e accoglienza in modo tale da farti sentire inevitabilmente “a casa” 🙂
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