Claudio Quarta e le meraviglie di Tenuta Eméra

A Tenuta Emèra ci devi andare al tramonto. Un intenso e romantico tramonto sullo Ionio che ti puoi godere dal prato della tenuta. Che poi prato non è in quanto è il “tetto” della cantina…

Ma andiamo per gradi. Siamo in una delle cantine di “Claudio Quarta Vignaiolo”, in quel di Lizzano, sulla costa ionica pugliese. A farci gli onori di casa è Alessandra Quarta, la quale ci accoglie con il suo solito entusiasmo e con la solarità di sempre.

Giusto il tempo di tagliare un paio di grappoli di uva fragolina dal pergolato del cortile della tenuta e saltiamo in auto per andare in vigna.  Di Alessandra e di suo padre Claudio potremmo ascoltare e parlare ore. Papà Claudio infatti inizia la sua carriera come genetista, fondando la prima società italiana “biotech” quotarsi in borsa. Alessandra invece cresce tra spagna e USA, laureandosi alla Bocconi.

Il richiamo per la propria terra però. Evidentemente, era troppo forte, e forse è per queste origini che passeggiando per le terre di Claudio Quarta percepiamo due forti sensazioni, la vocazione per la ricerca e la passione.

A Tenuta Emèra è infatti operativo un progetto avviato in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università di Milano basato su una collezione di biodiversità della vite, considerata la più grande al mondo per le varietà del Mediterraneo con 500 vitigni rari dell’area Mediterranea a partire dai quali vengono svolte in cantina microvinificazioni da stagisti dell’Università. Ma anche un progetto di ricerca dedicato allo studio di nuovi portainnesti….

A me però piace soffermarmi sulla passione, su quella passione che dai racconti di Alessandra parte da Casino Nitti-Quarta, una meravigliosa masseria immersa nei loro vigneti. Un luogo che ti impone di goderti il silenzio, la vista e quel gradevole venticello che ci ha accompagnati nella visita.

Non sappiamo dove guardare tanto il panorama è mozzafiato. Scendiamo guardando con un po’ di rammarico le vasche utilizzate per la pigiatura dell’uva con i piedi che viene proposta durante la festa “Lu Capucanali”, evento che purtroppo il clima pandemico di quest’anno non ci ha permesso di vivere.

Rientriamo alla base per una visita in cantina. Siamo prossimi alla vendemmia e si percepisce che si stanno “scaldando i motori”. Scendiamo sotto quel tetto fatto di erba dal quale abbiamo goduto del tramonto, fino ad arrivare alla bottaia. Originale l’idea di pareti fatte di lavagna sulle quali scrivere con il tuo gessetto. Affascinante la musica in sottofondo che coccola il vino…

Torniamo in superficie e siamo pronti per la cena. Io ho portato con me il mio gruppo vacanze fatto di ben 11 persone. All’opera in cucina ci sono le “signore della Tenuta” e si sente. Una sequenza di piatti a base vegetale preparati con sapori e maestria di un tempo.

Difficile, lo confesso, mantenere in questo contesto attenzione (anche) per il vino. Comunque ci diamo una regolata visto che dobbiamo fare un po’ di strada per ritornare a casa. Nei nostri calici facciamo girare  un paio di assaggi per accompagnare le varie portate. Io opto per rimanere in casa con un “Anima di Chardonnay” fresco e profumato come ci sia aspetta da uno Chardonnay e da “Qu.Ale” un vino-progetto di Alessandra che con questo vino lancia la sua idea di Wine-democracy (ne parleremo prossimamente). Un rosso base negroamaro più altri vitigni autoctoni, ma è servito fresco, e va giù che è una meraviglia.

E confesso, bevendo Qu.Ale, ho bevuto sia un po’ di vino che un po’ dell’idea di Alessandra.

A sorpresa arriva a tavola Oro di Emèra 2017 un Primitivo di Manduria Doc che ci fa immediatamente innamorare per morbidezza, succosità, suadenza e carattere. E ci fa anche chiudere la serata con grande soddisfazione.

Alessandra, in quanto a ospitalità…chapeau, dall’uva fragolina alla cena delle signore.
Andiamo via con gli occhi pieni di vigne, di tramonti e di luoghi incantevoli.
Poi le idee, quelle che sembra non vi manchino 😊

Cosa ci possiamo aspettare di trovare la prossima volta?
(Perché lo sai vero che ci sarà una prossima volta…)

 

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Maurizio Gabriele

Maurizio Gabriele

Fondamentalmente un curioso. Programmatore e sistemista pentito, decide di virare in modo netto verso il mondo della comunicazione, caratterizzato da progetti decisamente più stimolanti. Attratto dalla cucina sia come forma di espressione che di nutrimento e, inevitabilmente, dal vino. Sommelier dal 2018. In giurie internazionali dal 2020. Writer per passione. Entusiasta per scelta di vita.

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