E’ bello, a cinquant’anni suonati rivivere quella sensazione di piccola gioia che ho provato quando ero bambino. Che so, mi viene in mente il “fagotto” di figurine Panini che mi faceva trovare mia nonna, oppure altre piccole soddisfazioni, quelle che hai quando ti arriva un regalo inaspettato.
Bella sensazione. Spesso legata ad una passione. Spesso legata ad una piccola cosa che in quel momento assume però un valore immenso.
“1964”.
Quando quella data ha fatto capoccella (capolino per chi non è di Roma) da un vecchio cartone nel magazzino di Carlo, mi sono brillati gli occhi. Un pò come quando vedi il primo doblone, quello che preannuncia la pignatta piena di altri dobloni…
“Barolo”
Ma allora è vero, qui c’è veramente di che gioire. E poi altre etichette lise, tappi laccati, retine in disuso e bottiglie improbabili. Ma si, chissenefrega se c’è anche un Traminer del ’64: vai a capire cosa sarà diventato quel vino, ma vuoi mettere il fascino che ha quella bottiglia, quell’etichetta, quella data.
Si, un tesoretto, così lo definirei. La mia cantina fa un deciso passo in avanti. Probabilmente non nella qualità ma senza dubbio nel fascino.