Il rospo ritorna principe

Se c’è un pesce che mi ha sempre stuzzicato, quel pesce è la coda di rospo o “rana pescatrice”. E’ interessante sia per il suo modo di procurarsi cibo che per le innumerevoli possibilità che offre (sigh!) in cucina.Ho avuto modo di preparare e mangiare coda di rospo in tutti i modi, ma forse la più singolare e originale fu in Asturias qualche anno fa, quando Federico era piccolo. Ce la proposero sotto forma di bocconcini panati e fritti, un po’ l’equivalente dei “nuggets” , ma in stile atlantico.

Comunque, vedo sul banco una coda di rospo di medio peso (700gr.) e non resisto. La prendo, quindi la pulisco e ne ricavo dei bocconcini.Li infarino leggermente e li salto in padella con pochissimo olio – per fargli fare un po’di crosticina – aglio e rosmarino. Si, è una coda di rospo alla cacciatora.

Saporita, veloce e mangiabile. Potete sfumare con un po di vino (buono, mi raccomando) alla fine. Non fate come me che ho ecceduto (vedi foto) ammollando inevitabilmente la consistenza finale.

Buon appetito.

Vi ricordo vivamente che con tutti gli scarti siete obbligati a fare un fumetto di pesce. Mettete tutto in un a pentola e portate a ebollizione. Usate quel brodo – pieno di profumi di mare- per qualunque altra composizione. Io ad esempio, in questa circostanza ho filtrato il brodo e l’ho aggiunto all’acqua per la pasta.

Vi ricordo anche che chi butta gli scarti del pesce senza fare un fumetto, qualora scoperto, viene espulso da questo blog!

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Maurizio Gabriele

Maurizio Gabriele

Fondamentalmente un curioso. Programmatore e sistemista pentito, decide di virare in modo netto verso il mondo della comunicazione, caratterizzato da progetti decisamente più stimolanti. Attratto dalla cucina sia come forma di espressione che di nutrimento e, inevitabilmente, dal vino. Sommelier dal 2018. In giurie internazionali dal 2020. Writer per passione. Entusiasta per scelta di vita.
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