Per andare a cena da Lele Usai, a Fiumicino, devi essere pronto a lasciarti sorprendere.
Quella di Lele è una cucina che non puoi ripagare con indifferenza. Men che meno quando ti passa davanti il suo “giardino iodato” bello da vedere e pronto ad esploderti in bocca.
Ma devi lasciarti anche sorprendere da scelte coraggiose e inconsuete, come ad esempio l’uso della tracina (pesce da me sempre temuto per la sua fastidiosissima spina irritante…) o per abbinamenti tra arzilla e peperone, o semplicemente per un uso spavaldo ma equilibrato, di sapori forti quali aglio, riccio di mare o bottarga.
Una doppia anima quella di Lele. Un approccio gourmet ne “il Tino” e più “pop”, come ama definirla lui stesso, e tradizionale quello del Bistrot 4112 che si trova al piano terra. Una cucina che ha in comune un legame molto forte con il territorio e con un mare che Lele ha imparato a conoscere sempre meglio, lavorando materie prime di qualità e tipologie di pesce solitamente poco utilizzate.
Un mare che merita rispetto e attenzione. Quella che Lele riserva alla sostenibilità ambientale, mantenendo alto il suo impegno nei confronti di quel mare che, in fondo, è la sua passione.