Maledette Marche.
Con la mamma marchigiana, sono stato allevato da giovane a ciauscolo e lenticchie. Poi con il crescere cominci a a scoprire che c’è anche dell’altro.
Un pastificio meraviglioso, posticini dove mangiare i vincisgrassi (le lasagne), scorzoni uncinati a gogo raccolti da un tuo (forse) mezzo cugino.
Poi il Verdicchio. Poi scopri che le Marche non sono solo montagna – quella che hai frequentato sempre da bambino – ma anche mare, e scopri un pesce favoloso.
Pensi di aver scoperto tutto, poi un giorno ti mettono in un bicchiere un qualcosa di molto colorato.
Un rosso intenso, quasi viola. Ci metti il naso e… e senti un profumo di violette che ti ammalia.
Questo è la Lacrima di Morro D’Alba. Dopo il Nerello Mascalese, la “Lacrima” è una mia seconda passione.
Un vino che chiede di essere bevuto. Profumato, intenso, di carattere. modesto nei costi, un pò nella tradizione marchigiana.
Un pò di tempo fa, ad un tavolo di saputelli, parlando di Lacrima di Morro D’Alba il mio dirimpettaio mi ha detto “Ah, si, lo conosco bene, ho lavorato tanti anni in Piemonte“.
Babbeo che non sei altro.
MARCHE.
Nemmeno gli ho replicato.
Ma.. mi chiedo ancora….perchè “Lacrima”, forse perchè quando lo bevi ti viene da piangere perchè la bottiglia sta finendo?
PS. La bottiglia in foto è nella mia cantina, in attesa di essere bevuta.