A proposito di vino naturale.
Confesso, fatico a capire il concetto di “vino naturale”. Cosa vuol dire? Quando un vino può definirsi naturale? E chi decide se un vino è naturale?
Domande che mi pongo, soprattutto nel momento in cui il vino naturale sembra essere di moda.
Sarà per caso sufficiente definirsi “naturali” per essere un vino naturale?
Si e no.
Negli ultimi giorni ho iniziato a frequentare il vino naturale. Quello che ho capito è che “il biologico” si ferma in vigna, mentre il “naturale” continua in cantina, ma senza un disciplinare e con un approccio individuale regolamentato dal codice etico che ogni singola associazione si da.
Quindi, bio in vigna e poi?
Una cosa è certa, finora ho incontrato sempre produttori convinti del loro approccio.
Gente che da come parla si capisce che rispetta la terra e che vuole farti trovare nel bicchiere quanto prodotto dalla terra. Non altro.
Opinabile il fatto che poi, in cantina ognuno fa i conti con la propria coscienza e …. con il mercato.
Fatto sta che però, quando metti in bocca un vino naturale puoi incontrare due sensazioni: un vino “troppo naturale”, estremo, faticoso da accettare, o un vino di facile beva, diverso dal concetto di vino che hai finora conosciuto, capace di sovvertire tutte le valutazioni fatte fino a quel momento.
Un vino che in un secondo esprime semplicità.
Si, semplicità e immediatezza sono i due aggettivi che mi sono sembrati più appropriati fin dal primo sorso. Sicuramente condizionato dal colore – spesso non filtrato – ma appropriati.
A questo punto queste sono le mie personalissime considerazioni finali.
Direi che se si vuol bere vino naturale si può “mantenere” intatta la propria cultura e conoscenza del vino, ma è necessario predisporsi ad una nuova esperienza. Una Esperienza da fare dimenticando per un momento tecnica e formalismi. Quindi bere, ma in un modo più immediato, semplice, spontaneo. Quindi valutare, ma secondo criteri altrettanto semplici e immediati.
Non sono in grado di certificare se nel vino naturale che sto bevendo ci sono effettivamente solo lieviti indigeni o l’assenza di solfiti o altre pratiche di cantina, ma una cosa è certa: è un vino diverso, a volte faticoso, ma spesso gradevole e sorprendente.
E’ vino, spesso espressione diretta del territorio e, per quanti appunti possano essere fatti in proposito, “scarroccio” volentieri, quando ne ho l’occasione, per mettere il naso in questo mondo.