Confesso, sono sempre molto diffidente quando vedo dei funghi porcini sul banco di un mercato.
Non mi fido neanche quando li vedo venduti per strada. Da dove verranno? Saranno funghi di Chernobyl? Sono “Jugoslavi”? Cosa rischio di mangiarmi?
Poi, capita che un giorno, dentro un supermercato trovi dei porcini meravigliosi e ti lasci attrarre da quella cassetta.
Vado a leggere la provenienze e vedo “Svezia”. Ma come “Svezia”??? Adesso gli svedesi si mettono a esportare funghi in Italia?
Però sono troppo belli e me li immagino già sul piatto. Li annuso. sono profumati. Ne scelgo due e mi prende la smania di andare a casa.
Padella, spicchio di aglio, olio, peperoncino. Un minuto scarso sul fuoco e aggiungo i funghi.
Cuocio il minimo fisiologico, fino a che i porcini non mi appaiono “esteticamente cotti” quanto basta.
Ci scolo dentro un tonnarello fresco e vado a mantecare aggiungendo solo acqua di cottura, che con il suo amido fa egregiamente il suo dovere.
Spolverata di prezzemolo e via, in tavola. Strepitosi. Quando la materia prima è buona, per essere bravi serve molto poco. E’ un piatto che si merita un vino. Metto in gioco un “Feudo di Mezzo 2016” di Girolamo Russo.
Un Etna Rosso 2% di Nerello Cappuccio e 98% di Nerello Mascalese.
Grande vino, ciliegia, balsamico e non solo. Tannini delicati ma che si fanno sentire.
Bella espressione del Nerello, che non tradisce mai, neanche questa volta.