Non potevo iniziare questo breve articolo in modo diverso.
Eravamo a Bari, la scorsa settimana, e i miei compagni di viaggio sono andati in visita alla Cantina “Fatalone”, a Gioia del Colle.
Temendo le mie vendette trasversali, hanno pensato bene di “tornare a casa” con una bottiglia di Fatalone Primitivo Riserva 2006. Non tanto destinata a me quanto a mio figlio Federico.
Come sapete a me il vino piace condividerlo, e quella bottiglia smaniava per essere aperta.
L’occasione c’è stata ieri, seduto al tavolo degli amici di Conciabocca, a Testaccio.
Passo a prendere mio figlio a scuola e metto il Primitivo Riserva 2006 opportunamente camuffato con della carta stagnola e – una volta versato nei calici – per quanto io non abbia a che fare con dei professionisti, parte la domanda di rito : con che cosa abbiamo a che fare? Regione… per iniziare?
Spaziano da nord a sud, ma soprattutto a nord. Poi però ci facciamo prendere tutti da quello che abbiamo nel bicchiere.
Un colore che dichiara chiaramente qualche anno sulle spalle. Un profumo che cambia ogni dieci minuti, come se il vino volesse riconquistarti ogni volta. Profumi tutti molto dosati a testimoniare un grande equilibrio. Note di frutta matura, poi di appassimento, poi prugna, poi ancora un sottobosco umido. Ma è la sua inaspettata energia che ci conquista. Un vino vivo, tanto vivo, con una freschezza che richiede di esplodere dal bicchiere dopo 14 anni passati nella bottiglia.
Abbiamo altri vini a tavola ma, mi dispiace per loro, al confronto spariscono.
Ho saltato a piedi pari il solito “cappello” che si usa mettere per descrivere l’azienda, ma in questo caso c’è il vino che parla. Eccome se parla, e Fatalone Primitivo Riserva 2006 merita questo articolo, scritto di getto e, indubbiamente, sulle ali dell’entusiasmo.