The Fork e la curiosità appagata

Una volta c’era (c’è ancora?) la tentazione da Groupon. Adesso c’è quella di “The Fork“. Che meccanismo diabolico. Da un lato ho la forte convinzione che per alcuni ristoratori sia una ghiotta opportunità di farsi conoscere, dall’altra sono altrettanto convinto che per alcuni sia una disgrazia.

Per quanto mi riguarda, ho scoperto che The Fork può essere una soluzione “ragionevole” per rimanere a pranzo o cena fuori quando non eri dell’idea di mangiar fuori. Io personalmente devo cambiare. Sono rari i casi in cui torno nello stesso posto.

Nasco curioso e continuo ad essere curioso, costi quel che costi. Devo però dire che questo nuovo scenario mi sta riservando delle piacevoli sorprese. Vuoi per il fatto che sono un provetto turista fai da te, vuoi per un minimo di fiuto – fatto di poche regole essenziali per capire se il posto vale o meno- vuoi per il piacere di provare, ma fino ad oggi abbiamo sempre trovato posti interessanti.

Oggi, ad esempio, siamo andati a vedere le Domus di Palazzo Valentini (il palazzo della Provincia di roma). Forse la più bella visita fatta finora: ve la consiglio vivamente.

Che facciamo, ci mangiamo qualcosa fuori?“… “mmm… qui tutta roba turistica...”. Vabbè, proviamo con The Fork.

Optiamo per il “Quirinetta Caffè Ristorante“.
Poche persone all’interno (un interno forse un pò troppo vintage? Un suggerimento: vintage ok ma cambiate le piante che sono all’interno…), personale cortese, menu molto corto ma intrigante.

Restiamo leggeri. Stefania cavatelli con baccalà e salicornia, Federico anatra con salsa teriyaki e sorbetto all’arancia, io azzardo con una ricciola scottata con maionese di ricciola e spuma di mortadella.
Tre piatti sorprendenti, soprattutto la ricciola. applauso (e foto).

Bravi. Simpatici. Passi pure il fatto che il calice di Soave viene dal Piemonte (te possino…. Soave= Veneto)…ma dopo quella ricciola mi potevate pure dire che c’era un asino che vola.
Con acqua, un calice di vino, una patata al forno e una cicoria, 51 euro totali. Onesto. Buono, Da consigliare.

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Maurizio Gabriele

Maurizio Gabriele

Fondamentalmente un curioso. Programmatore e sistemista pentito, decide di virare in modo netto verso il mondo della comunicazione, caratterizzato da progetti decisamente più stimolanti. Attratto dalla cucina sia come forma di espressione che di nutrimento e, inevitabilmente, dal vino. Sommelier dal 2018. In giurie internazionali dal 2020. Writer per passione. Entusiasta per scelta di vita.
Tapas intriganti…

A me piacciono le Tapas che si trovano nella Spagna del nord. Paesi Baschi, Asturias, Galicia,

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